Si può tornare indietro
Ada Murolo
Il 4 novembre 1954 Trieste festeggia l’annessione all’Italia e tutta la città confluisce in piazza Grande. In mezzo a quella folla c’è Berta, giovane ma segnata da una relazione andata male, dato che lei, ragazza di città, non è riuscita a inserirsi nel mondo contadino romagnolo e a trovare un modo per comunicare con il marito. Così, dopo dieci anni di matrimonio, è da poco tornata a Trieste con le figlie. Ma c’è anche Alina, vecchia compagna di scuola di Berta. Di cognome fa Rosenholz e nei lager ha perso tutta la famiglia, e anche sé stessa. Rimpatriata a Trieste, non riesce a ricordare nulla di sé: è uscita per sbaglio dall’ospedale psichiatrico San Giovanni in cui è ricoverata ed è finita in piazza senza sapere dove si trovi e perché ci sia tutta quella folla. D’improvviso, però, il suo sguardo cade su una coppia di orecchini a trifoglio che riaccendono una luce nella sua mente… Dura un giorno, questo romanzo, ma, nel corso della giornata, vediamo scorrere le storie di Berta e di Alina, prima sconosciute a sé stesse, poi animate dalla speranza di una nuova vita, di un nuovo inizio, di una nuova consapevolezza.