Il lupo di Skopje
Annick Emdin
Clémence è un’intenditrice d’arte che vive un’esistenza tanto agiata quanto monotona. Ma è irrequieta e, per scacciare i demoni che la tormentano, fa lunghe passeggiate. Così, un giorno, vede un ragazzo gettarsi da un viadotto e, d’istinto, si butta nel fiume per salvarlo. Tra i due nascerà un rapporto difficile: Jan sembra solo al mondo ed è disperato; Clémence è divisa tra un sentimento materno e qualcosa di più indefinito e profondo. Però non sa che, sulle mani di Jan, quelle mani così delicate da ricordarle un dipinto, c’è del sangue. Perché nel passato di Jan c’è un segreto, le cui radici affondano in un tempo e in un luogo lontano, in Macedonia, nel battesimo di una bambina non voluta… Una storia di violenza, d’abbandono, ma anche e soprattutto d’amore, l’amore di chi ha il coraggio di non distogliere lo sguardo dal mondo.
Il fiume scorre veloce oggi.
Clémence cammina lungo la riva.
Jan sta in piedi sul viadotto e fissa l’acqua scura.
Lei ne intravede la sagoma lontana, là in alto, in controluce.
Per gettarsi nell’abisso basta una frazione di secondo.