Primavera in Siberia
Artem Mozgovoy
Nel 1985, la Russia è a un punto di svolta, a cavallo tra la dissoluzione dell’Unione Sovietica e le promesse forse un po’ troppo dorate del capitalismo. È qui, nelle distese desolate della gelida Siberia, che nasce Alexej, anche lui a cavallo tra due mondi: timido e sensibile, vive nella sua immaginazione per scappare dalla realtà, rifugiandosi nel vivido e rassicurante mondo della poesia. Tutto però cambia per lui quando un compagno di classe, figlio di agenti del kgb, gli confessa il suo amore, e soprattutto quando Alexej si rende conto di esserne innamorato a sua volta. L’idealismo e la purezza di questo primo amore si scontrano con una realtà fatta di odio e repressione, che tuttavia Alexej è pronto a sfidare per vivere libero e affermare la sua identità. Così il ragazzo cerca la propria strada, forte di un’incrollabile determinazione e dell’aiuto di una madre coraggiosa; ma sarà abbastanza per sopravvivere a un Paese che lo vuole morto per il “terribile crimine” di essere apertamente sé stesso?
'Temo di essermi innamorato di te', disse il mio compagno di classe in un rapido sussurro, ma riuscii a cogliere quelle parole prima che si dissolvessero nel fumo della sera. Distolse lo sguardo dalla città e lo posò su di me; nei suoi occhi neri si leggevano sia la speranza di un sì sia la certezza di un rifiuto. 'E tu, pensi di amarmi?'