Numero due
David Foenkinos
Se Martin avesse chiesto: “Perché lui e non me?” gli avrebbero risposto che tutto dipendeva da quel piccolo non so che in più.
Così si definisce la vita intera di Martin Hill. Perché “lui” è Daniel Radcliffe, e Martin è stato appena scartato per interpretare il ruolo di Harry Potter. Come ci si riprende da un rifiuto così semplice eppure così radicale, come si abbandona il sogno del successo e della ricchezza, per ritrovarsi un semplice ragazzo tra milioni di altri? All’inizio pare impossibile: incompreso dai genitori, Martin sviluppa una specie di allergia per tutto ciò che riguarda Harry Potter, si chiude in sé stesso, rifiuta il mondo. Eppure, tra mille difficoltà – e mille tentativi di liberarsi di quella “maledizione” – Martin troverà una specie di equilibrio quando, ormai grande, deciderà di fare il guardiano in un museo, un lavoro “da invisibile”, e si circonderà di persone che – per un motivo o per l’altro – sono “numeri due” proprio come lui. In realtà, però, niente è definitivo: un incontro – casuale, inatteso, sorprendente – getterà infatti una luce nuova sulla sua vita. Perché, in fondo, l’unica cosa che conta davvero è poter essere artefici del proprio destino…
'Come avrai capito, non ti abbiamo scelto…'
Naturalmente Martin era preparato, ma l'impatto con la realtà era troppo violento. La capacità di sopportare i traumi si acquisisce con gli anni, a poco a poco. Forse un tratto della vita umana è proprio questo: sperimentare la disillusione, per riuscire così, gradualmente, a gestire la sofferenza. Però Martin aveva solo undici anni e gli avevano appena cancellato la possibilità di un'avventura meravigliosa.