Tanto vale vivere
Dorothy Parker
“Per scrivere con tanta eleganza e perfidia bisogna aver avuto un’esistenza non facile, che ti ha obbligato a trovare rifugio nella tua intelligenza e nella tua fragilità”, così Natalia Aspesi, nella prefazione a questi racconti, tratteggia perfettamente il ritratto di una delle autrici più intelligenti e argute del Novecento. Parker non si limita a rivelare le ipocrisie, le vanità, i miti e le fobie della borghesia americana, ma le trafigge con il suo stile impietoso, rivelando il razzismo strisciante, la frustrazione dei padri e l’irrequietezza dei figli, l’ipocrisia sottesa a certi matrimoni e la conseguente bassezza delle infedeltà coniugali. Sempre con una classe insuperabile.
“Dove sono finite le benefattrici crudeli, le amorevoli tiranne, le razziste raffinate? Le grandi noiose? Dove sono finite le donne? Le meravigliose insopportabili donne che Dorothy Parker ci ha raccontato, le donne cattive per l'infelicità, insoddisfatte nelle loro misere libertà, frustrate dai loro labili amori, nemiche delle altre donne, vendicative nelle loro mute rivendicazioni?” Natalia Aspesi