La villa sulla collina

Per sessant’anni è rimasta disabitata, ma ora la villa sulla collina ha nuovi ospiti… ignari del loro destino.

Che cosa c’è di meglio di una villa enorme, isolata e disabitata per mettere in scena un testo teatrale ispirato alla caccia alle streghe? È quello che pensa Holly, l’autrice, ed è quello che pensano anche gli attori che ha convocato lì per le prove e che adesso ne occupano, affascinati e incuriositi, le stanze cavernose, cariche di segni del tempo. Esaltata da quell’atmosfera irreale, Holly non bada all’inquietudine della sua ragazza, Nisa, che invece ha la netta sensazione che la casa emani un’energia minacciosa. E non cambia idea neppure quando una serie di strani avvenimenti coinvolgono tutti gli ospiti: voci misteriose – e maligne – sembrano riecheggiare nei corridoi, spifferi gelidi si alternano a folate caldissime, macchie rosse si allargano a dismisura, ombre dalle strane forme appaiono in giardino… Ma cosa sta succedendo davvero a Hill House? In una lotta violenta tra la razionalità e il terrore, mentre l’impossibile diventa sempre più reale e la realtà sembra scivolare via, un pensiero si fa strada in tutti gli abitanti della villa sulla collina: abbandonarla, tornare alla normalità, potrebbe rivelarsi impossibile…

Riportando “in vita” i luoghi e le atmosfere dell’Incubo di Hill House, il romanzo-culto di Shirley Jackson, Elizabeth Hand li proietta, in modo magnificamente originale, nel nostro presente, nelle nostre angosce e nelle nostre paure. Il risultato è una storia che “ipnotizza e fa venire i brividi”, come ha scritto il Publishers Weekly, ma che soprattutto illumina con singolare audacia le zone più oscure della nostra mente.

La maggior parte delle case dorme, e quasi tutte sognano: conflitti e festeggiamenti, nascite e pavimenti deformati, passi di bambini e tavole da riparare, animali domestici malati e vernici scrostate, veglie e matrimoni, e finestre che non difendono più dalla pioggia e dalla neve. Hill House non dorme né sogna. Avvolta nel manto dei suoi prati incolti e delle sue distese boschive, nelle lunghe ombre delle montagne e delle querce secolari, Hill House osserva. Hill House aspetta.

Un romanzo che nasce dalla stessa materia di cui sono fatti gli incubi.

Kirkus Reviews

Scritto magnificamente, inquietante e intriso di terrore e dello stesso senso di ineluttabilità che pervade 'L'incubo di Hill House' di Shirley Jackson.

Neil Gaiman

Per sessant’anni è rimasta disabitata, ma ora la villa sulla collina ha nuovi ospiti… ignari del loro destino.

Che cosa c’è di meglio di una villa enorme, isolata e disabitata per mettere in scena un testo teatrale ispirato alla caccia alle streghe? È quello che pensa Holly, l’autrice, ed è quello che pensano anche gli attori che ha convocato lì per le prove e che adesso ne occupano, affascinati e incuriositi, le stanze cavernose, cariche di segni del tempo. Esaltata da quell’atmosfera irreale, Holly non bada all’inquietudine della sua ragazza, Nisa, che invece ha la netta sensazione che la casa emani un’energia minacciosa. E non cambia idea neppure quando una serie di strani avvenimenti coinvolgono tutti gli ospiti: voci misteriose – e maligne – sembrano riecheggiare nei corridoi, spifferi gelidi si alternano a folate caldissime, macchie rosse si allargano a dismisura, ombre dalle strane forme appaiono in giardino… Ma cosa sta succedendo davvero a Hill House? In una lotta violenta tra la razionalità e il terrore, mentre l’impossibile diventa sempre più reale e la realtà sembra scivolare via, un pensiero si fa strada in tutti gli abitanti della villa sulla collina: abbandonarla, tornare alla normalità, potrebbe rivelarsi impossibile…

Riportando “in vita” i luoghi e le atmosfere dell’Incubo di Hill House, il romanzo-culto di Shirley Jackson, Elizabeth Hand li proietta, in modo magnificamente originale, nel nostro presente, nelle nostre angosce e nelle nostre paure. Il risultato è una storia che “ipnotizza e fa venire i brividi”, come ha scritto il Publishers Weekly, ma che soprattutto illumina con singolare audacia le zone più oscure della nostra mente.

La maggior parte delle case dorme, e quasi tutte sognano: conflitti e festeggiamenti, nascite e pavimenti deformati, passi di bambini e tavole da riparare, animali domestici malati e vernici scrostate, veglie e matrimoni, e finestre che non difendono più dalla pioggia e dalla neve. Hill House non dorme né sogna. Avvolta nel manto dei suoi prati incolti e delle sue distese boschive, nelle lunghe ombre delle montagne e delle querce secolari, Hill House osserva. Hill House aspetta.

Un romanzo che nasce dalla stessa materia di cui sono fatti gli incubi.

Kirkus Reviews

Scritto magnificamente, inquietante e intriso di terrore e dello stesso senso di ineluttabilità che pervade 'L'incubo di Hill House' di Shirley Jackson.

Neil Gaiman