Il passo falso
Marina Morpurgo
Tra il 1943 e il 1944, la vita di due ragazzi si incrocia sulle sponde del Lago di Como. Il primo si chiama Giuseppe: è figlio di un’inglese e di un italiano ed è ebreo, quindi in fuga per la sopravvivenza. Il secondo è Antonio, fascista convinto e disposto a difendere i suoi ideali con la violenza. Molti anni dopo, incontriamo il professor Emilio Rastelli, pediatra in pensione. Da sempre molto riservato – soprattutto sulla sua famiglia di origine –, Emilio adesso sta scivolando nella demenza senile e la malattia fa emergere sempre più spesso confusi brandelli del passato. La moglie è sconcertata, non soltanto perché suo marito è sempre stato una persona controllata e padrona di sé, ma soprattutto perché lui continua a fuggire di casa e, puntualmente, viene ritrovato nei pressi del Lago di Como…
A mangiare la torta di compleanno stanno andando proprio tutti, e così Giuseppe grida, rivolto alle loro schiene: 'Vengo anch'io?'
L'amico si gira, torna sui suoi passi e dice: 'No, non puoi. Mio padre dice che in casa nostra è meglio che i giudei non entrino, perché non vuole storie'.
Lo dice così, senza ostilità; è un dato di fatto. Allarga le braccia: 'Magari domani ti porto una fetta di torta, se avanza. La nascondo e te la porto'.