Class
Stephanie Land
Non basta un bestseller per diventare ricchi. Stephanie Land se ne rende conto in fretta, dopo il successo di Maid – Donna delle pulizie: i debiti ci sono ancora, come rimangono le difficoltà per trovare un lavoro che non sia massacrante e sottopagato. In più, Stephanie è single e la figlia, Emilia, sta per cominciare la scuola, quindi le spese si moltiplicano. Ma lei non si arrende: è decisa a continuare l’università – che in America ha un costo esorbitante – perché sa che la strada verso un futuro sereno, per sé e per la figlia, passa per la conquista della dignità personale, e punta diritta alla realizzazione del suo sogno di diventare una scrittrice. E allora, con onestà e coraggio, racconta l’angosciante senso d’insicurezza economica, la frustrazione di doversi accontentare di cibi del discount o di vestiti di seconda mano, i sensi di colpa per non riuscire a offrire a Emilia la tranquillità e la sicurezza che un genitore dovrebbe dare ai propri figli, compresi i momenti da trascorrere insieme, “divorati” dal lavoro e dallo studio. Una testimonianza schietta, forte e struggente, il ritratto di una donna che vive sulla propria pelle le umiliazioni e gli ostacoli, ma anche le speranze, dell’attuale condizione femminile.
Avevo l'impressione che ogni singolo aspetto dell'istruzione universitaria fosse un gioco particolarmente crudele, o che in realtà quello che stavo per ottenere fosse un master in ironia. La laurea mi era stata spacciata come il biglietto per uscire dalla condizione di povertà. Era evidente che i prestiti universitari mi stavano facendo sprofondare sempre di più nell'indigenza, ma erano anche il mezzo per uscirne. Non ci pensavo, andavo avanti e basta. E mentre alcuni dei miei compagni di corso avevano genitori che pagavano loro la retta e magari anche le spese correnti, la voragine dei miei debiti diventava più profonda di semestre in semestre. Se ero costretta a saltare una lezione, potevo calcolare quanti dollari mi costava quell'assenza.