Un lungo matrimonio
Tish Delaney
Mary Rattigan sognava di volare via: da una madre violenta, incapace di amare, da un padre buono ma debole, da un’educazione bigotta, dalla miseria dell’Irlanda del Nord. Ma i sogni possono svanire in un unico istante: a sedici anni, Mary infatti si ritrova incinta e, per salvare l’onore della famiglia, viene costretta a sposare John, che abita nella fattoria accanto e che è cresciuto a sua volta col marchio di figlio “bastardo”. E così, appena sedicenne, Mary si trova imprigionata in una vita di cui le sfugge il senso: non sapendo cosa significhi volersi bene, non concepisce neppure che qualcuno la possa amare. Ma forse, anche dopo anni, c’è ancora tempo per vivere. Per avere un istante di felicità.
La gente annega perché deve respirare, non può farne a meno. Fu nonno Ban a dirmi questo più di trent’anni fa, alla veglia funebre di un pescatore. La sua voce mi solletica l’orecchio, e mi ritrovo in quella stanza con lui, zia Eileen e le aff ascinanti spoglie di Bart Macroom dalle labbra blu. Non ho mai scordato le sue parole. Quando quella sera mi si avvicina fluttuando, tendo le braccia e la stringo a me, e torno a essere quella bambina di undici anni per la prima volta in assoluto fuori dalle grinfie della mamma, una bambina che pensava che l’indovino avrebbe finalmente confermato il suo sogno più ardito: che un giorno, forse proprio quel giorno, le sarebbero spuntate le ali e avrebbe spiccato il volo.